Le proposte delle Associazioni al Commissario e alla Commissione per evitare una crisi drammatica nella nostra isola nella gestione dei rifiuti urbani.
Scarica il doc: documento_per_commissione_rifiuti_dic_2010
Nel nostro Comunicato, allegato, del 27/11/2010 abbiamo già esposto la nostra opinione sulle ragioni che hanno indotto il Governo Centrale a imporre alla Sicilia ancora una volta una legislazione sui rifiuti in regime di emergenza. Lo scopo evidente è quello di favorire la costruzione di inceneritori nella nostra regione.
Durante la elaborazione del Piano Preliminare il Governo ha esercitato forti pressioni mediatiche affinché in esso si prevedesse l’uso di tali impianti.
La tecnologia dell’incenerimento è ormai una scelta obsoleta. Ricordiamo le parole pronunciate dall’On. Pecorella, presidente della Commissione bicamerale sui rifiuti, dopo la recente visita in Germania: “oggi la tecnologia vincente è il RECUPERO DEI MATERIALI e i tedeschi importano rifiuti per alimentare i loro impianti di incenerimento che non ricevono rifiuti sufficienti ”. Aggiungiamo che in Germania in discarica va solo una piccola parte dei rifiuti.
Noi siamo ancora in tempo per dotarci di un Piano che sia economicamente vantaggioso per i cittadini, rispetti il decoro urbano, aumenti l’occupazione diffusa nella regione, elimini i danni all’uomo e all’ambiente causati dall’incenerimento e soprattutto elimini l’intermediazione mafiosa nella gestione dei rifiuti: il Recupero dei Materiali non contempla inceneritori né discariche. Oggi in Sicilia le crisi nella gestione dei rifiuti, pur in presenza di deficienze impiantistiche, è essenzialmente dovuta a crisi di liquidità, come già esposto nel Comunicato suddetto.
Ricordiamo che la Commissione Cancellieri ha concluso i suoi lavori dando la priorità alla soluzione che prevede la Raccolta Differenziata Spinta e il ricorso alle tecnologie di trattamento a freddo dei rifiuti residui. Ancora, la Commissione che sta mettendo a punto la Revisione del Piano, nel suo Preliminare al Piano inviato al Governo centrale, ha centrato la sua attenzione sulla soluzione senza inceneritori.
Tutto il documento illustra le motivazioni della scelta a favore del trattamento meccanico-biologico del RUR, specie per motivi economici e di velocità di risposta rispetto agli obiettivi da raggiungere.
Eppure preoccupa l’anomalo inserimento nel documento di due frasi che contraddicono in maniera evidente tutto quanto espresso nel resto dello stesso documento. A pagg. 96-97 viene chiaramente indicato che il Rifiuto urbano residuo deve essere trattato prima in impianti di trattamento a servizio delle discariche e poi per un ulteriore recupero in impianti di selezione integrati da impianti di produzione di granulati sintetici. Solo eventualmente si ritiene di ricorrere all’uso dei rifiuti provenienti dagli impianti di trattamento come CDR di qualità in impianti esistenti. Invece nelle pagg. 22-23 vi sono due frasi con le quali si fa esplicitamente richiamo all’uso di impianti dedicati di incenerimento rifiuti. Questo inserimento sembra una forzatura dettata anche dalla pressione esercitata sulla Commissione dal governo nazionale che non ha mai fatto mistero di “pretendere” l’inserimento degli inceneritori come condizione essenziale per approvarne l’operato.
Ancora. La direttiva UE 98/2008 prevede che l’incenerimento si possa considerare recupero solo se viene rispettato un recupero energetico molto significativo dal rifiuto bruciato. È quasi impossibile che un impianto senza recupero del calore dei fumi, per riscaldamento o per produrre freddo (cogenerazione e trigenerazione), possa quindi adire alla possibilità di avere riconosciuto il diritto ad emettere certificati verdi. Anzi, con ogni probabilità si creeranno le condizioni per una nuova condanna della corte di giustizia europea (si vedano in proposito le condanne subite da Germania e Lussemburgo)
Ancora. La costruzione di inceneritori e discariche solleva ormai in tutte le comunità opposizioni e riserve e lo stesso Governatore in più riprese si è espresso contro la possibilità di costruire inceneritori. La loro costruzione richiede sforzi e tempi notevoli per la loro realizzazione, e quindi costi sproporzionati rispetto ai risultati ottenibili. Solo la raccolta differenziata spinta può in breve tempo risolvere il problema. I cittadini, anche in Sicilia, sono pronti a fare la loro parte, come dimostra il progetto della città di Palermo che, nei quartieri campione già interessati dalla raccolta domiciliare, ha raggiunto il 67% di RD. O come avviene ormai da anni in alcune realtà, quali il calatino il trapanese le madonie l’agrigentino, ecc.
URGE PARTIRE SUBITO IN TUTTA LA REGIONE CON LA RD SPINTA
A tre anni dalla bocciatura del Piano Cuffaro da parte della UE, abbiamo la legge 9 dell’aprile 2010 e i pareri di due Commissioni, che ci indirizzano verso un percorso senza nessun tipo di incenerimento. ALLORA COSA SI ASPETTA per mettere in atto queste volontà ormai chiaramente espresse e ribadite ?
Noi riteniamo che non si debba aspettare l’entrata in vigore della riforma degli ATO con le sue complesse problematiche economiche e amministrative. Questa volta il Commissario Governatore usi i poteri che gli derivano dalla stato di emergenza per avviare subito il percorso virtuoso, anche con gli attuali ATO. Noi lo invitiamo a prendere subito provvedimenti che diano un segnale inequivocabile: la Sicilia sulla gestione dei rifiuti si metterà al passo con la normativa nazionale ed europea.
• TUTTI I COMUNI adottino, se non esiste o non è aderente alla legge 9/2010, il Regolamento Comunale sui Rifiuti e il conseguente Piano Comunale, con gli obiettivi di RD da raggiungere .
• TUTTI GLI ATO, dove necessario, impongano agli attuali gestori di avviare la raccolta differenziata porta a porta o di prossimità, come descritta nel Preliminare e nel suo Allegato 3, e in coerenza con i Piani Comunali ricevuti dai sindaci.
• Siano commissariati gli enti che entro fine marzo 2011 non abbiano già avviato la RD spinta (pap o di prossimità)
Noi riteniamo che non ci sia un problema di risorse umane in nessun ATO, ma solo una volontà di organizzare e formare, eventualmente, una parte dei dipendenti da parte delle aziende
I costi per avviare la raccolta differenziata sono certamente enormemente inferiori a quelli che prevedono l’incenerimento in impianti dedicati. Chiediamo alla Commissione di indicare chiaramente la strada da percorrere in termini organizzativi ed impiantistici per rispettare nel più breve tempo possibile la direttiva 98/2008 che ci impone di ridurre l’organico da conferire in discarica.
Noi crediamo che in una prima fase si possa prevedere, per un brevissimo periodo, la separazione del solo umido da portare in impianti anche non completi di trattamento meccanico-biologico: esistono soluzioni che, grazie al coinvolgimento auspicato delle imprese locali, permettono di organizzare la filiera del riciclo e del compostaggio anche in pochi mesi.
• Si chieda anche l’intervento degli investitori privati per la realizzazione di impianti di compostaggio dei rifiuti provenienti da RD per il compost di qualità e di quelli provenienti da trattamento del RUR per il compost destinato a ricariche di discariche o a bonifica di cave.
• Chiedere anche il contributo di CONAI per mettere a punto in ogni ATO una efficace campagna di sensibilizzazione e assistenza in concomitanza con la partenza della RD in ogni comune o ATO.
• Lasciare liberi i comuni, anche nella fase di transizione, di essere liberi di ricorrere a gestori diversi da quelli attuali, nel caso in cui questi si manifestino incapaci di portare avanti la nuova organizzazione.
• OBBLIGARE I COMUNI ad introdurre incentivi ai cittadini per raggiungere
alte percentuali di RD spinta, legare il costo della bolletta ala riduzione del RUR.
Chiediamo infine di fare un approfondimento tecnico-organizzativo sulla necessità di costituire fin da ora un Gruppo all’interno del Dipartimento Acque e Rifiuti che si interessi esclusivamente di proporre azioni e preparare accordi di filiera con grandi distributori di merci, con industrie, eventualmente anche con la collaborazione delle Università siciliane, al fine di ottenere un processo di RIDUZIONE dei rifiuti a monte della raccolta, che nella direttiva 98/2008 è al primo posto nella gerarchia di gestione degli stessi: riduzione degli imballaggi, vuoto a rendere, introduzione e richiesta modifica oggetti non riciclabili, modifiche nella distribuzione delle merci, incentivi al consumo di prodotti locali, ecc.
Oggi la nostra Regione ha una opportunità: mettersi al passo con le aree più virtuose del mondo e adottare la strategia RIFIUTI ZERO. Porsi questo obiettivo significa operare per mettere la regione nelle migliori condizioni di sviluppo economico, partecipazione dei cittadini, rispetto dell’ambiente e della salute, decoro del territorio, sostegno al turismo.
Mimmo Fontana Presidente Legambiente Sicilia
regionale@legambientesicilia.com 3295930945
PaoloGuarnaccia Presidente Rifiuti Zero Sicilia
paolo.guarnaccia@gmail.com 3293244211
Pier Francesco Rizza Presidente WWF Sicilia
sicilia@wwf.it 3358333043
Palermo 15 dicembre 2010
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