ORGANIZZAZIONE DI VOLONTARIATO - ETS

Escursioni classiche

Per conoscere il la prossima escursione in programma basta leggere la home page del sito oppure per i dettagli delle escursioni visitare la sezione apposita ESCURSIONISMO dove si possono conoscere tutte le regole di partecipazione.


Alcune delle nostre classiche escursioni

Di seguito delle brevi descrizioni di alcune delle nostre classiche escursioni che di solito mettiamo in programma.


  • Torri di Capo Gallo

L’escursione prevede la visita guidata alle due torri di avvistamento poste sulla cima del monte Gallo. Una è la Torre Amari o Dammuso di Gallo, un edificio militare della prima metà del Cinquecento estremamente strategico per le comunicazioni coi fani provenienti dall’area trapanese e da Ustica, e che si diramavano poi in direzione della murata città di Palermo e i numerosi bagli agro – pastorali sparsi nelle Piane dei Colli e di Gallo. In discreto stato di conservazione, è stata costruita nei pressi dell’alta falesia del Malopasso. La torre si raggiunge percorrendo la trazzera che si snoda lungo il vallone del Bauso Russo e che in antico permetteva di raggiungere l’edificio della Marina Militare, da tutti conosciuto come Semaforo.
La seconda torre è la Mazzone di Gallo (resti), posta nell’estremo Capo del rilievo, che in quel punto rappresenta il punto più avanzato della Sicilia Nord occidentale. Da lì le comunicazioni potevano essere avvistate (nelle giornate di buona visibilità) da San Vito Lo Capo e smistate lungo la costa tirrenica sino alla Rocca di Cefalù. È prevista una visita al Semaforo ad ammirare i mosaici dell’eremita ed alla sottostante Costa Mazzone di Gallo, uno dei posti naturalisti più belli del monte.


  • ESCURSIONE ETNOANTROPOLOGICA. FESTA DEI RAMI A TROINA

Antica festa intorno ai legami fra uomo e natura.

Si parte per TROINA per arrivare ivi al campo sportivo dove saranno i trattori che seguiranno con le masserizie i Ramara e anche noi. Alle h 22 si parte dalla chiesa di San Silvestro in paese e si cammina tutta la notte insieme ai troinesi devoti (circa 500, tutti maschi), per arrivare all’alba in una radura a 1300 mt nel cuore dei Nebrodi, dove si preparano i bivacchi (giacigli ma anche canti tradizionali, pasti genuini ed abbondante vino; portarsi quindi il sacco a pelo e per chi vuole anche la tenda da caricare sui trattori). Dopodiché si riparte nella mattinata per giungere in territorio di San Fratello sui 1000 mt in vista del mare all’Anghira di Faccilonga, santuario naturale dove cresce l’alloro e dove la voce della natura parla ai pellegrini come anacoreti. I Ramara si calano con le corde lungo il pendio per raccogliere rami d’alloro. Si ritorna alla radura di partenza dove fra spari a salve, canti e tamburi si inneggia al santo e si trascorre la notte fra venerdì e sabato. Al mattino si ritorna attraverso il famoso ponte medievale di Failla dove si viene accolti festosamente con abbondanza di tutto, per giungere nuovamente a Troina (questa parte del ritorno, secondo le nostre intenzioni, potremmo eventualmente evitarla lasciando un’auto per tracchiggio a monte di San Fratello). https://www.fedeliramara.it


  • Monte Rossella (Piana degli Albanesi)

Da Piana raggiungeremo il lago dove lasceremo le macchine per intraprendere una sterrata che ci porterà alle pendici di monte Leardo. Da lì, attraverso un sentiero dentro una pineta, raggiungeremo un caratteristico laghetto munito di un pagliaio al bordo. Il tutto in un contesto di alto valore naturalistico. Probabilmente ci addentreremo nel bosco naturale di lecci e querce che dal laghetto in su copre monte Leardo fino alla cima. Raggiunta la cima percorreremo un pianoro che ci condurrà alle pendici di monte Rossella. Per raggiungere la vetta di monte Rossella seguiremo un sentiero che spesso si dissolve e quindi è probabile che l’ultimo tratto della salita sarà percorso fuori sentiero. Monte Rossella è sede di un sito archeologico che fu abitato dai Greci. Comunque è difficile trovare indizi di questa presenza umana: la foresta di ampelodesmos (disa) è così folta che non lascia intravedere quasi nulla. Da questa vetta si ha una vista a 360 gradi che spazia da rocca Busambra alla Pizzuta, dall’Etna a Pizzo mirabella, ecc.
Consumato il pranzo a sacco si ritornerà alle macchine per un altro sentiero che porta giù per il bosco di Turdiepi.
L’arrivo a Palermo è previsto per le ore 18,00.


  • RISERVA NATURALE “TORRE SALSA” OASI WWF

Il raduno alla Riserva Naturale Torre Salsa è previsto alle ore 11:00 nei locali del Centro Visite, ingresso “Omomorto” che si raggiunge facilmente percorrendo la SS115 “Sud-Occidentale Sicula”, da cui bisogna uscire allo svincolo per Siculiana Marina, per poi seguire le frecce direzionali per la Riserva Naturale Torre Salsa ed il Centro Visite Omomorto.
Per la comitiva WWF in partenza da Palermo si dà appuntamento alle ore 8:00 davanti alla sede del WWF-Sicilia al n. 98 di via Enrico Albanese. Si partirà entro le ore 8,15 con le proprie autovetture, cercando la migliore sistemazione nell’ottica del risparmio energetico (3/4/5 persone per autovettura: le persone trasportate contribuiranno alle spese di viaggio). Si prevede di percorrere all’andata la Palermo-Agrigento, con sosta tecnica presso l’area di servizio del Motel San Pietro, mentre per il ritorno si consiglia la SS624 Palermo-Sciacca, allo scopo di evitare l’intenso traffico dello svincolo di Villabate.
Alle ore 11:00 presso i locali del Centro Visite è prevista una proiezione sulla FAUNA MIGRATORIA E CENNI SUL PROGETTO SULLA TARTARUGA MARINA.
Alle ore 11:30 si darà inizio all’escursione a piedi: le guide della riserva ci accompagneranno lungo un interessante percorso naturalistico attraverso il “Sentiero della Calcara”, la “Spiaggia di Torre Salsa” e il “Sentiero Francesco Galia”. Durante tutto il percorso si faranno osservazioni naturalistiche di carattere geologico, botanico e faunistico. Per l’osservazione dell’avifauna può essere utile il binocolo. Possibilità di balneazione in relazione alle condizioni meteo-marine.
A Torre Salsa è possibile associarsi al WWF o rinnovare l’iscrizione: i nostri escursionisti che domenica vorranno cogliere l’occasione per farlo, riceveranno in omaggio il libro delle orchidee presenti nella R.N. di Torre Salsa. Il rientro a Palermo è previsto intorno alle ore 20:00.


  • Punte della Moarda (Altofonte)

Raggiunto Altofonte ci sposteremo presso il bivio di Rebottone dove lasceremo le macchine. Da lì, attraverso un sentiero dentro una pineta, raggiungeremo la punta (o cielo) orientale della Moarda da dove si potrà visionare la Valle del Fico in tutta la sua estensione oltre, ovviamente, tutta la Valle dell’Oreto. Dopo, seguendo una sterrata, raggiungeremo un sentiero che, attraverso ciò che rimane di un bosco naturale, ci condurrà alla Casa del Soldato. Da lì si potrà ammirare il lago di Piana degli albanesi e tutti i monti intorno.
Consumata la colazione a sacco torneremo giù alle macchine per un sentiero diverso da quelli già percorsi.
L’arrivo a Palermo è previsto per le ore 17,00.


  • RISERVA NATURALE “LAGO PREOLA E GORGHI TONDI” OASI WWF

Appuntamento alla Riserva Naturale “Lago Preola e Gorghi Tondi” alle ore 10:30 presso il Centro Visite “Poggio Gilletto” che si raggiunge da Mazara del Vallo percorrendo la SS115 “Sud-Occidentale Sicula”, fino al km 57 e un brevissimo tratto della SP85. L’ingresso è sulla sx, prima del passaggio a livello ferroviario. Per la comitiva WWF in partenza da Palermo si dà appuntamento alle ore 8:00 davanti alla sede del WWF-Sicilia al n. 98 di via Enrico Albanese. Si partirà entro le ore 8,15 con le proprie autovetture, cercando la migliore sistemazione nell’ottica del risparmio energetico (3/4/5 persone per autovettura: le persone trasportate contribuiranno alle spese di viaggio) e si percorrerà per intero l’autostrada A29 Palermo-Mazara del Vallo.
Al Centro Visite di Poggio Gilletto, il personale della Riserva ci intratterrà per una breve presentazione e poi ci guiderà per la visita dell’importante oasi umida siciliana, costituita da 5 specchi d’acqua dolce costieri, dalla diversa morfologia e genesi idrogeologica: il Pantano Murana, il Lago Preola, il Gorgo Alto, il Gorgo Medio e il Gorgo Basso. Ripartendo con i nostri automezzi, passeremo prima dal Pantano Murana, non ancora servito da sentieri per la visita, e proseguiremo fino al Belvedere-Osservatorio del Lago Preola dove sosteremo per osservare il lago stesso e la fauna ornitica che lo frequenta numerosa.
Poco dopo con le auto raggiungeremo uno dei cosiddetti “Catafossi” da dove inizieremo la nostra escursione a piedi alla scoperta di flora, fauna e geologia della Riserva. Lungo un percorso su stradella e sentiero attraverseremo in successione i tre Gorghi Tondi, con prevalenti viste dall’alto; quindi attraverso il Bosco Pantano ritorneremo sulla strada (la SP85). L’escursione si concluderà col percorso del sentiero-natura che conduce al capanno di osservazione del Gorgo Basso.
A completamento della gita si potrà fare una breve visita nel centro storico di Mazara del Vallo. Il rientro a Palermo è previsto intorno alle ore 19:30.


  • PIZZO MANOLFO – SFERRACAVALLO (PA)

Arrivati nei pressi di Tommaso Natale in contrada Conza, seguendo un sentiero all’interno di una fitta pineta, raggiungeremo portella Mandra Megna situata fra Pizzo Manolfo e Cozzo Finocchio. Di lì, seguendo una stradella piuttosto pianeggiante, soprattutto nella prima parte, si raggiungerà piano Cardone e, mediante un sentiero in salita ci porteremo nei pressi di Pizzo di Mezzo ( h 852 m) dove c’è un’area attrezzata che useremo per consumare la colazione a sacco. Successivamente saliremo su Pizzo Manolfo (h 763).
Dopo aver ammirato il panorama sottostante di Sferracavallo e dintorni ritorneremo seguendo un percorso alternativo (almeno nella prima parte) per raggiungere Grotta Conza. Ovviamente non essendo attrezzati per la visita della grotta potremo solo ammirare il maestoso ingresso. Successivamente raggiungeremo le macchine e quindi la sede del WWF-Sicilia. Il rientro è previsto per le ore 17,00.


  • BORGO PARADISO SUL MONTE GRIFONE

Raggiunta la Circonvallazione cittadina la percorreremo sin quasi all’ingresso della sede autostradale per Catania, dove usciremo all’altezza del Ponte di via Emiro Giafar, ed imboccheremo l’antica strada per Santa Maria di Gesù. Dopo una breve sosta nei pressi del piazzale del cimitero e posteggiate le auto, affronteremo la breve salita per il Borgo, attraverso una stradella asfaltata che poi si trasforma in una via sterrata.
Il Borgo Paradiso, con un’altezza di m. 291 s.l.m., è un balcone sulla città, Conca d’Oro, Valle del fiume Oreto e la cittadina di Monreale e da questa naturale terrazza lo sguardo giunge sino ai quattro monti che circondano la pianura: monte Gallo, monte Pellegrino, monte Cuccio e monte Billiemi e le due “portelle di mare” di Sferracavallo e Mondello.
Il luogo conserva significative tracce di alcuni siti archeologici di età tardo medievale e rinascimentale e due interessanti cisterne per la raccolta delle acque piovane, che hanno permesso alle antiche popolazioni la loro sopravvivenza. In età moderna Borgo Paradiso fu posto di villeggiatura, poi pizzeria, sala da ballo ed infine, in tempi recenti, stalla per bovini. A dimostrazione della sua strategicità, anche a domino dello spazio marino, nel punto più avanzato del cocuzzolo del Borgo Paradiso, si trovano i resti di una batteria militare della II° Guerra Mondiale.
Il ritorno alle auto lo faremo attraverso un’altra … salita, dove giungeremo alla quota di m. 425 s.l.m., una breve sella da cui si gode ampia vista sui quartieri di Ciaculli e Croceverde Giardini, la costa orientale marina con Capo Mongerbino ed il passo di Gibilrossa. Nel punto più alto del luogo, si potrà ammirare un raro esempio di antica “fossa di segnalazione per il rimando del fano”.
Il ritorno è previsto intorno alle 14,00.


  • SERRA GUARNERI – Parco delle Madonie

Il percorso stradale è il seguente: autostrade A19 (Palermo-Catania) fino a Buonfornello e A20 (Palermo-Messina) fino all’uscita di Castelbuono, SS113 (Messina-Palermo) in direzione di Cefalù fino al bivio per Sant’Ambrogio e Serra Guarneri. Nel villaggio di Sant’Ambrogio, frazione di Cefalù, faremo una breve sosta tecnicoturistica. Poi proseguiremo fino al bivio per Serra Guarneri, dove saranno parcheggiate le autovetture.
L’escursione a piedi ha inizio con un breve percorso in salita (20’ circa) per la stradella d’accesso al Centro di Educazione Ambientale del WWF. Da qui, dopo la visita del CEA, che utilizza la preesistente edilizia di un villaggio di pastori, e l’illustrazione delle attività che vi si svolgono, si riprenderà il cammino e si seguirà un facile percorso attraverso sentieri e viali nel bosco: si tratta di un suggestivo querceto con prevalenza di sughere e ricco sottobosco; dove il querceto è più rado prevale la macchia mediterranea principalmente con erica, lentisco e corbezzolo. Prima di rientrare al CEA, potremo seguire un percorso facoltativo su facile sentiero che ci porterà alla base della dentellata e pittoresca cresta calcarenitica di Serra Guarneri, da cui chi avrà voglia potrà salire sulle rocce della vetta.
Rientrati al CEA ci verrà servito un abbondante pranzo a base di prodotti tipici delle Madonie e della stagione. Al termine si farà a piedi il percorso di ritorno in discesa per il recupero delle auto. Prima di rientrare in città potremo fare una sosta facoltativa a Cefalù per una breve passeggiata invernale per le vie del centro storico della cittadina normanna. Il rientro in città è previsto intorno alle ore 19:00.


  • MULINO SAN BENEDETTO – FIUME SOSIO

L’escursione si svolgerà interamente all’interno della Riserva Naturale “Monti di Palazzo Adriano e Valle del Fiume Sosio”. Si inizierà salendo, all’interno di un querceto a roverella, sulla Serra di San Benedetto, da dove si gode dello splendido panorama degli aspri versanti e dei boschi lungo il corso del Fiume Sosio. Quindi si attraverserà la Boschigliera, bosco di lecci con un po’ di corbezzolo ed erica, per raggiungere il Mulino San Benedetto posto sulle rive del fiume. La vegetazione ripariale comprende salici, frassini meridionali e pioppi neri. E’ frequente l’avvistamento di uccelli rapaci che perlustrano la vallata. Attraversando lecceti e radure si giungerà infine alla confluenza tra il Torrente San Calogero ed il Sosio, nei pressi della Diga del Lago Gammauta. Al ritorno sarà possibile osservare la Pietra dei Saraceni, uno dei blocchi calcarei dei dintorni di Palazzo Adriano che ha restituito importanti fossili del periodo Permiano.


  • Paludi di Capo Feto – Mazara del vallo (TP)

L’escursione si svolgerà interamente all’interno delle paludi di Capo Feto. Questa zona umida è attualmente una Oasi di protezione e rifugio della fauna selvatica: dal 2000 Zona di Protezione Speciale ZPS ITA010006. Nonostante il suo valore ambientale, fino a non molto tempo fa, versava in precarie condizioni, ridottasi ad alcune pozze degradate anche paesaggisticamente. In tempi recenti, per la sua valenza naturalistica è stata oggetto di interventi di riqualificazione e valorizzazione per opera dell’amministrazione regionale anche con l’intenzione di incentivare la sua fruizione. La visita sarà diretta principalmente all’osservazione della flora e della fauna presente nell’area, con particolare attenzione per l’avifauna, che in questo periodo primaverile è particolarmente ricca.


  • Monte delle Rose – Palazzo Adriano (PA)

L’escursione si svolgerà in uno dei rilievi più imponenti dei Monti Sicani, ossia a Monte delle Rose. Questo ricade interamente nell’omonimo Demanio Forestale, nonché all’interno del SIC ITA020029 – Monte Rose e Monte Pernice, il quale si estende per una superficie di circa 2530 ettari. Utilizzando una strada forestale, a circa 1000 m s.l.m. di quota, si raggiunge la vetta di suddetto monte a 1436 m s.l.m., denominata Piano della Fiera, da dove è possibile ammirare il suggestivo paesaggio dell’interno siciliano. Da questo punto il percorso prosegue lungo un’antica mulattiera, la quale ci permetterà di arrivare al punto di partenza dell’escursione attraversando le diverse tipologie forestali presenti nell’area del SIC. La visita sarà diretta principalmente all’osservazione della fauna, nonché della flora e della vegetazione che caratterizza il paesaggio vegetale del territorio.


  • Vallone Madonna degli Angeli e “l’Abies nebrodensis”, Massiccio delle Madonìe.

Il sentiero che dalla località’ Quacella si inerpica a Vallone Madonna degli Angeli ha inizio da un pianoro leggermente acclive con copertura a Cedri, Pino Nero, Leccio etc. Dopo circa 700 metri si esce fuori dalla zona boschiva. Da questi luoghi è possibile ammirare l’anfiteatro dolomitico della Quacella, ribattezzato dal famoso naturalista del passato Lojacono Pojero Le piccole Dolomiti Siciliane. Qui la roccia carbonatica lascia spazio a quella dolomitica da cui fuoriescono molte piante rupestri, alcune delle quali endemiche (Alissum nebrodensis, Aethionema saxatilis, Anthillis vulneraria subsp. Maura etc.). Salendo il versante con esposizione nord-ovest, alcuni esemplari di Sorbo e Agrifoglio anticipano il cambio di vegetazione che dai 1200-1400 m è prevalentemente costituita da lecci, querce e faggi. Di particolare interesse subito dopo il cambio di versante il punto panoramico che permette l’osservazione del Vallone Madonna degli Angeli, ove sopravvivono gli ultimi esemplari di Abies nebrodensis. Raggiunti i primi esemplari (22 e 30), il naturalista Antonio Mirabella illustrerà’ le strategie di impollinazione artificiale che lui stesso opera unitamente ad altri colleghi dell’Università degli Studi di Palermo al fine di favorire il perpetuarsi della specie e preservare gli alberi da una possibile estinzione. Condizioni meteo permettendo, si procederà verso le piante di Abies 17-16 e si risalirà il Vallone in direzione di Piano Iole con sosta presso l’omonimo abbeveratoio.


  • Pizzo delle Rondini e anello dei marcati.

Con nostre autovetture, percorreremo lo scorrimento veloce Palermo-Agrigento fino all’uscita di Cammarata. Proseguiremo dunque per la panoramica provinciale 24 che conduce a Santo Stefano di Quisquina costeggiando la riserva naturale orientata di Monte Cammarata. Dopo la prima area attrezzata, all’altezza delle case Prussiano, lasceremo le auto per immetterci sul sentiero Ledera addentrandoci in un rigoglioso bosco misto. Da lì imboccheremo un sentiero che ci condurrà a Pizzo delle rondini ( h: 1246 m ) da dove si potrà godere di uno ampio panorama. La discesa è prevista per un sentiero, in mezzo ad una fitta lecceta, che può presentare qualche difficoltà se non muniti di scarponcini da trekking. Faremo sosta in un suggestivo punto panoramico dove, probabilmente, consumeremo il pranzo. Proseguendo dall’altro lato della provinciale ci immetteremo nel suggestivo sentiero dei “marcati” che, percorrendo ad anello l’ultima parte della riserva, ci condurrà nei vari marcati (luoghi di sosta delle greggi per il pernottamento, la mungitura e talvolta la produzione del formaggio). Il percorso comprende anche l’eremo di Santa Rosalia, così faremo una sosta di 10 minuti per permettere agli interessati una breve visita del sito. L’anello dei Marcati ovviamente riveste particolare interesse antropologico e testimonia il forte legame con la pastorizia delle popolazioni del luogo. La partenza per il ritorno a Palermo (via Corleone) è previsto per le 18,00.


  • VALLONE E “STRETTA” DI CANNA – Alte Madonìe 

L’inizio del percorso si raggiunge dalla provinciale 54, poco prima di Cozzo Pomieri (1346 m.s.l.m.), sede di importanti formazione miste di Rovere, e da qui si discende in direzione Nord-est per il vallone Canna ad E del pizzo omonimo. Particolarmente dovizioso di specie vegetali, questo ambiente è interessate per la cospicua presenza di giganteschi Agrifogli, di Azeruoli e Olmi montani, i quali ultimi trovano qui le stazioni più meridionali rispetto al proprio areale di diffusione.
Straordinari gli scenari di natura dispensati procedendo lungo la profonda gola – la “Stretta di Canna” – che il torrente omonimo ha scavato tra Pizzo di Canna (1429 m s.l.m.) e Piano di Farina. Si tratta, infatti, di uno degli ambienti rupestri e ripariali tra i più affascinanti e significativi del Parco delle Madonìe, sia dal punto di vista vegetazionale, sia da quello faunistico: particolare rilievo biogeografico riveste, infatti, la relitta formazione forestale ad Agrifoglio. Il versante occidentale della “Stretta” è, inoltre uno dei pochissimi luoghi in Sicilia ove nidifica l’Aquila reale.
Note tecniche.
Itinerario per escursionisti esperti che richiede la capacità di muoversi su terreni particolari, tracce e sentieri impervi e infidi. Presenza di tratti rocciosi con lievi difficoltà alpinistiche. Sono necessari: esperienza di montagna, passo sicuro, assenza di vertigini, equipaggiamento adeguato e buona preparazione fisica. Il percorso pur essendo circa una decina di km (per varietà delle difficoltà, i dislivelli di una certa consistenza e i passaggi lungo il torrente) esige una preparazione doviziosa e dei tempi, anche quelli di recupero, precisi. Dislivello: 500 m ca. sia in salita che in discesa . Difficoltà: “EE” (difficile).
Descrizione fondo: quasi tutto fuori sentiero .
Si raccomandano: scarponi ed equipaggiamento da pioggia, vento e freddo, considerando la variabilità dell’attuale stagione


  • Bosco del Cappelliere – (Riserva Naturale Orientata di Ficuzza)

Con alcune delle nostre autovetture, percorreremo lo scorrimento veloce Palermo-Agrigento fino all’uscita di Bolognetta. Proseguiremo dunque per la statale 118 e dopo Marineo, costeggiando la riserva naturale orientata di Ficuzza, arriviamo nei pressi di Val dei Conti che costituisce il nostro punto di partenza.
Lasciate le auto ci immetteremo in un sentiero panoramico che porta a “margiazzu” e ci addentreremo in un rigoglioso bosco misto di frassini, querce, sughere, castagni, ecc. con vista panoramica sul lago Scanzano. Intercettata la sterrata forestale su Valle Arcera andremo su fino a piano Castagnera. Valle Arcera è una delle zone più umide di tutta la riserva. Il sottobosco è costituito fra l’altro da varie e rare varietà di felci. Ci sono delle piccole sorgenti anche se il torrente Arcera ormai, a fine estate, è secco o quasi. Comunque c’è uno sbarramento del torrente che fa stagnare l’acqua permettendo la sopravvivenza di rane, rospi, ecc. Da piano castagnera raggiungeremo la torre di guardia antincendio da dove si può godere di un panorama a 360° su Ficuzza e i paesi limitrofi. Proseguendo in direzione Nord-Sud per una piccola valle (dove muschi e licheni ricoprono tutto di un bel verde intenso) incontreremo il Gorgo Lungo. Questo laghetto, ricoperto di lenticchie d’acqua di altre varietà acquatiche, è certamente uno dei posti più belli di Ficuzza. Da lì siamo a pochi centinaia di metri da Gorgo Tondo e dalla peschiera di re Ferdinando IV. L’escursione si conclude raggiungendo Santa Barbara sulla provinciale per Godrano dove troveremo un’auto che abbiamo lasciato il mattino.


  • Monte Jato e Parco Archeologico di Jaitas – Monti di Palermo

SS624 Palermo-Sciacca fino all’uscita di San Cipirello. Proseguimento in direzione di Piana degli Albanesi, fino alle Case d’Alia, che ospitano il nuovo Museo Archeologico di San Cipirello. Chi volesse andare direttamente può farsi trovare al Museo entro le ore 9:30.
Dopo la visita del museo si riprendono le autovetture per salire lungo le pendici del versante meridionale di Monte Jato, fino all’ingresso del Parco Archeologico, m 650, dove inizia l’escursione.
A piedi per la strada in salita che attraversa l’area archeologica dell’antica città di Jaitas, fino alla vetta del Monte Jato, m 852. Pranzo al sacco e ritorno. Rientro a Palermo intorno alle ore 17.


  • Valle Cerasa e Pizzo di Casa, Mezzojuso

Con alcune delle nostre autovetture, percorreremo lo scorrimento veloce Palermo-Agrigento fino all’uscita di Mezzojuso. Raggiunto Mezzojuso ci sposteremo nel vicino boschetto di castagni sopra Mezzojuso dove lasceremo le auto.
Da lì andando verso sud-ovest seguendo prima una stradella e poi un sentiero poco visibile raggiungeremo Valle Cerasa. Il sentiero che percorre la valle, nella sua prima parte, è immerso in un meraviglioso bosco di castagni che in questo periodo dovrebbe avere bei colori giallo-ocre. Ovviamente potremo assaggiare i frutti magari facendo compagnia ai cinghiali che, in questa parte della riserva di Ficuzza, hanno una notevole presenza. La zona è ricca di sorgenti che alimentano l’omonimo torrente della valle. L’acqua del torrente serviva a far funzionare anche un mulino che incontreremo lungo il sentiero.
Arrivati a Piano Tramontana intercetteremo una stradella che ci porterà nei pressi di Pizzo di Casa (Manzil Iusuf) dove si possono trovare i resti di un sito archeologico di età greca e medievale.
Il ritorno alle macchine avverrà percorrendo una stradella dentro un bosco naturale dall’altro lato di Pizzo di Casa.


  • SENTIERO MONTE RENDA – MONREALE

Il percorso parte sopra l’abitato di Pioppo, e costeggia monte Cresta attraversando un ampia zona di prateria a graminacee. Giunti a Costa Buarra, da cui si ammira uno splendido paesaggio collinare, si procede all’interno di un rimboschimento a Conifere fino a raggiungere Punta Mastrangelo. Lungo il percorso si avrà la possibilità di conoscere le caratteristiche di un bosco a conifere, con il relativo sottobosco caratterizzato da piante della macchia mediterranea e plantule di Querce. Ci diletteremo ad osservare l’avifauna stanziale caratterizzata da piccoli passeriformi (cinciallegra, cinciarella, pettirosso, fringuello, etcc.). Negli ambienti aperti, potremo osservare il gheppio, la poiana e il corvo imperiale. Successivamente ci si dirige verso l’area attrezzata Casaboli per poi ridiscendere al punto di partenza.


  • Riserva Naturale Bosco della Favara e Bosco Granza – (Sclafani Bagni, Montemaggiore Belsito)

La Riserva Naturale Orientata “Bosco della Favara e Bosco Granza”, è stata istituita nel 1997 per proteggere i residui querceti a foglia caduca (roverelle) e sempreverdi (sughere) delle Basse Madonie. E’ estesa 2977 ha, nei territori comunali di Sclafani Bagni, Montemaggiore Belsito, Aliminusa e Cerda; è gestita dal Dip. Reg. Azienda Foreste Demaniali. L’escursione si svilupperà nel Bosco Granza, partendo dalle Case du Ceusu per il sentiero del Cuozzu da Guardia, tra roverelle e sughere, raggiungendo un primo punto panoramico per ridiscendere al Vallone du Ceusu. Il cammino proseguirà in salita, all’interno di un bosco di roverelle fino a raggiungere il Cozzo Bomes, 1073 m. Lasciata la panoramica cima del Cozzo Bomes, attraverso il fitto e ripido bosco di roverelle si scenderà fino al pianoro del Lago di Bomes (850 m), per poi far ritorno, lungo una stradella sterrata, alle Case du Ceusu.


  • R.N.O. Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio Palazzo Adriano (PA)

L’escursione si svolgerà all’interno della R.N.O. Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio; questa, posta a cavallo tra le province di Palermo e Agrigento e in parte coincidente con il SIC ITA020025 – Bosco di S. Adriano, si estende per circa 6.000 ettari interessando i territori comunali di Palazzo Adriano (PA), Burgio (AG), Bivona (AG) e Chiusa Sclafani (PA). Utilizzando una vecchia mulattiera in località Case Granesci si raggiunge la vetta di Pizzo di Pietra Fucile (suggestiva terrazza panoramica dei Monti Sicani a circa 1200 m di quota), per poi proseguire verso il Bosco di S. Adriano, attraversando le diverse tipologie forestali presenti nell’area della Riserva. La visita sarà diretta principalmente all’osservazione della fauna, nonché della flora e della vegetazione che caratterizza il paesaggio vegetale del territorio.
Si raccomandano: scarponcini ed equipaggiamento leggero tenendo conto dell’eventuale pioggia, vento e freddo, vista la variabilità dell’attuale stagione. Binocolo e/o cannocchiale, manuali sulla flora e fauna del mediterraneo.


  • PIZZO CATARINECI Parco delle Madonie – Geraci Siculo

L’escursione si svolge nel settore orientale delle Alte Madonie, con partenza dalla periferia meridionale di Geraci Siculo (m 1.077) e meta la vetta di Pizzo Catarineci, che dal paese sale gradatamente a SO fino ai 1.660 m di altitudine. Il monte è costituito da rocce arenarie (i principali rilievi del massiccio madonita sono invece carbonatici) e forma un esteso rilievo moderatamente acclive, con perimetro di base pressoché ovale, che si attesta lungo la dorsale spartiacque della Sicilia Occidentale in prossimità dell’estremità orientale della stessa dorsale. Questa è orientata prevalentemente da SE a NO, avendo rispettivamente come inizio e termine, Portella dei Bifolchi (altitudine m 1.120 s.l.m.) e Portella Mandarini (m 1.206), località da cui hanno origine i 2 principali rami del fiume Salso/Imera Meridionale, che sfocia a Licata nel Mar di Sicilia: da Portella dei Bifolchi inizia il corso del fiume Salso/Acqua Amara, mentre da Portella Mandarini origina il torrente Mandarini/Imera Meridionale. I due fiumi scendono a S e confluiscono presso il ponte Cinque Archi (25 km a valle in linea d’aria). Sul versante NE del monte si sviluppa invece, con diversi rami, l’idrografia del Fiume Pollina che sfocia nel Mar Tirreno. Alle pendici meridionali del monte in posizione elevata (fra i 1.000 e i 1.150 m) rispetto alle sottostanti vallate stanno, vicini, i paesi madoniti di Petralia Sottana e Petralia Soprana. Monte Catarineci offre siti di grande interesse ambientale e panoramico: dalle numerose piccole aree umide favorite dal substrato argilloso del terreno, alle sugherete estese sulle basse pendici del versante settentrionale, agli assolati altopiani a pascolo delle basse e medie pendici meridionali. Man mano che si sale alle pendici medie ed alte, si passa ad associazioni boschive più fresche, con prevalenza di querce e agrifogli, mentre più in alto domina la faggeta. Nell’umido sottobosco si rileva abbondante presenza di cuscini di ginepro, che sulla vetta forma un’insolita, quasi compatta e affascinante copertura. Al termine dell’escursione sarà d’obbligo una passeggiata per le vie di Geraci Siculo alla ricerca delle tracce medievali del paese (vie, chiese, castello).


  • Riserva di Serre della Pizzuta(Argomazit) – Piana degli Albanesi

Con alcune delle nostre autovetture raggiungeremo Piana via Altofonte. Da lì ci porteremo in contrada Garrone dove lasceremo le macchine. Fatto un primo tratto su stradella, percorreremo un sentiero che ci condurrà alla valle S. Giorgio e quindi alle creste di Carpineto da dove si potrà ammirare la valle dell’Oreto con tutti i suoi monti intorno. Infine faremo un percorso ad anello (Pozzillo, centro visitatori, giardini, ecc.) tutto all’interno di una folta e ombrosa pineta.
Il ritorno alle auto e previsto per le 16,00 e quindi, dopo un buon cannolo di Piana, il rientro a Palermo è previsto per le ore 17,30.
N.B. L’escursione al Bosco Raffi prevista nel programma è rinviata al prossimo autunno poichè ormai fa caldo ed il lungo percorso, per quasi i 3/4, è assolato. Così per questa domenica tale escursione viene sostituita da una facile ed ombrata nella R.N.O. delle serre della Pizzuta a Piana.


  • Montepellegrino Palermo

Dal Parco della Favorita attraverso la Valle del Porco, poi Spianata di Santa Rosalia, Scala dei Torrari, Cima del Monte, quindi ridiscesa al Parco attraverso la Scala Vannucci o di Ferro. Classico percorso di Monte Pellegrino, interessante e per molti versi ancora affascinante, pur trovandosi a pochi centinaia di metri dalla nostra città.
Salita dalla Valle del Porco, dove si potranno osservare i resti di antichi sbarramenti della gola, il graffito in caratteri greci osannante Dio, peculiarità della macchia mediterranea e rupestre, avvistamenti di falchetti pellegrino e poiane, chiesette rupestri di antichi eremiti e lungo il percorso, frammenti ceramici di diverso periodo storico.
Scala dei Torrari, così detta perché permetteva ai torrari (i militari di età medievale e rinascimentale addetti al controllo del traffico navale sottostante) di giungere, attraverso un percorso scalpellato nella roccia, sino alla torre che si trovava sul punto più alto del rilievo .La scala è all’interno di un bosco di recente formazione.
Incantevole panorama a Settentrione, verso il mare aperto e a Meridione sulla città di Palermo.
La discesa sarà effettuata attraverso un bosco dove si snoda l’antica Scala Vannucci, caratterizzata da gradini scalpellati e dalla presenza di numerose testimonianze archeologiche, soprattutto ceramiche a vernice nera ed anse e parti di anfore puniche e di età ellenistico – romana.
La gita si concluderà nel primo pomeriggio.


  • Escursione al Lago Arancio Canyon Carboj – Sambuca di Sicilia

Con mezzi propri percorreremo la superstrada Palermo Sciacca, poco prima di portella MISILBESI si esce in direzione Sambuca e lago Arancio, giunti alla diga la si supera per osservare, presso la riva SE del lago, i resti semisommersi del castello MAZZALLACCAR.
Si torna indietro e risuperata la diga in senso inverso si lasciano le auto nei pressi di una Cappelletta in prossimità della diga stessa.
Il percorso non sarà circolare, inizierà dalla Cappelletta di cui sopra e terminerà presso il ponte CARBOJ all’uscita dell’omonimo canyon nei pressi della piana di MISILIFURME. Le auto saranno comunque opportunamente predisposte sia all’inizio che alla fine della tratta per ottimizzare il ricongiungimento finale. Dalla Cappelletta già menzionata inizierà quindi il percorso a valle della diga lungo il letto del canyon CARBOJ solitamente asciutto, libero da vegetazione e quasi in piano.
A fine escursione e ricongiunte le auto, seconde le condizioni atmosferiche, si potrà andare a fare un bagno alla spiaggia Lido dei Fiori (pancratium maritimum) oppure visitare la casbah di Sambuca ZABUT.


  • Bosco Raffi – Marineo

Da Palermo: Percorreremo lo scorrimento veloce Palermo – Sciacca fino allo svincolo per Altofonte, poi prenderemo la provinciale che ci condurrà a Piana degli Albanesi e quindi a Santa Cristina Gela dove ci uniremo agli eventuali altri partecipanti (ore 9,00). Da lì raggiungeremo contrada Cicirata dove lasceremo le auto per intraprendere una sterrata che ci porterà nei pressi di Pizzo cervo (946 m). Su Pizzo Cervo avremo l’opportunità di visitare una “Torre”di avvistamento e di godere di una panoramica della zona a 360 gradi. Dopo, percorrendo Serre Raffi fuori sentiero, scenderemo a Bosco Raffi dove si potrà visitare un vecchio caseggiato rurale. Il ritorno alle auto è previsto per Monte Gulino (844 m) e Cervovio.
Il rientro a Palermo è previsto per le ore 18,00.


  • Monoliti di Montalbano Elicona

Procederemo per l’autostrada PA ME fino all’uscita di FALCONE (subito dopo Tindari), da qui imboccheremo la strada provinciale 110 direzione Fùrnari Basicò Montalbano fino al Km 27 subito prima e sotto a NE di MONTALBANO ELICONA. Attraversato il paese in direzione SE si prenderà la strada comunale direzione PORTELLA CERASA e subito dopo il bivio a dx per imboccare strada provinciale 115 fermandosi subito dopo al km 22.

Qui ci sono i MONOLITI DELL’ARCIMUSA, l’escursione è facile, con nessun dislivello. Li chiamiamo MONOLITI e non MEGALITI perché questa ultima dizione si riferisce a manufatti umani dell’epoca appunto megalitica (vedi Malta, vedi il muro megalitico detto MURA PREGNE fra Termini I. e Sciara) mentre i Monoliti sono assolutamente naturali come nel caso appunto di quelli di Montalbano. Anche il termine ARGIMUSCO è la “piemontesizzazione” del termine siciliano Arcimusa od Arcimusca che è l’Artemisia (vedi Diz Onomastico Caracausi 2003).

Alla fine si potrà andare alla mannara megalitica (questa sì) di Portella ZIDDA (Zilla) e al paese di Montalbano.


  • RISERVA NATURALE ORIENTATA DELLO ZINGARO

Le caratteristiche naturalistiche dei luoghi che visiteremo sono
esaustivamente descritte nel sito della riserva (http://www.riservazingaro.it/) che vi invitiamo a visitare; percorreremo il sentiero principale costiero che però non è in piano, ma sale e scende.
A distanza di alcuni decenni, è anche importante sapere come si arrivati all’effettiva protezione di questo prezioso sito naturalistico costiero siciliano che ad alcuni (soprattutto i giovani) può sembrare che sia rimasto protetto in modo ovvio e scontato soltanto per la sua indubbia bellezza e inaccessibilità.

Negli anni 70 e 80 su questi pochi chilometri di costa senza strada costiera, gli ultimi rimasti di tutta la Sicilia settentrionale, gravava come un macigno la minaccia della costruzione di una strada costiera, già finanziata e appaltata, che era arrivata alla galleria di Scopello a sud, mentre a nord era arrivata fino alla Torre dell’Impiso. Naturalmente i progetti di sviluppo turistico-speculativo dei due comuni (San Vito Lo Capo e Castellammare del Golfo) e di qualche pezzo grosso poggiavano tutti sulla realizzazione di questa strada. Le associazioni ambientaliste (WWF, Italia Nostra e Legambiente in testa) e alcuni infiltrati nelle amministrazioni pubbliche (Azienda Foreste, Assessorato Territorio e Ambiente Regionale) si mossero per bloccare il completamento della strada.
Si arrivò alla manifestazione di protesta del 18 maggio 1980 allo Zingaro che sancì la nascita di un grande movimento ambientalista in Sicilia, e che sorprese tutti (anche gli organizzatori!), con una partecipazione enorme, di alcune migliaia di comuni cittadini che passeggiarono lungo il sentiero costiero dello Zingaro allora già esistente; fu anche l’occasione per il nostro primo bagno stagionale.

La costruzione della strada fu interrotta e la Riserva Naturale Orientata dello Zingaro fu la prima ad essere istituita nel 1981, grazie al fatto che nella Legge Regionale sui Parchi e le Riserve Naturali fu pubblicata la sua delimitazione e anche il suo regolamento. Da allora in poi le popolazioni, locali e non, hanno imparato ad apprezzare il valore naturalistico e paesaggistico di questa impervia costa dove agli inizi degli anni 70 furono avvistate le ultime foche monache dell’isola siciliana.


  • PIANO POMA (CASTELBUONO) VISITA AGRIFOGLI GIGANTI

L’escursione si svolgerà interamente all’interno del Parco Regionale delle Madonie. L’obiettivo principale è raggiungere gli agrifogli (Ilex aquifolium) giganti di Piano Pomo.
Queste piante sempreverdi, solitamente arbustive, raggiungono qui dimensioni arboree ragguardevoli (15-20 m), comparabili a quelle raggiunte soltanto in poche altre aree europee non italiane. In questa stagione gli agrifogli sono particolarmente belli da vedere, grazie ai loro abbondanti rossi frutti. La loro rara presenza in Sicilia ha reso necessario il divieto di prelievo di qualsiasi parte di agrifoglio in tutta l’isola. Piano Pomo si può raggiungere percorrendo due diversi sentieri del Parco delle Madonie, uno più lungo e aperto che parte dalla località Case La Pazza lungo la strada provinciale Petralia Sottana-Piano Battaglia, e l’altro più breve e interno al bosco che parte da Piano Sempria. In considerazione delle rigide condizioni previste, basse temperature e forte vento, si è scelto il percorso più breve, che lambisce anche alcuni alberi monumentali di querce e aceri. In base alle condizioni meteorologiche si potrà decidere al momento di raggiungere anche Cozzo Luminario, seguendo un altro sentiero ben tracciato.
Per ulteriori informazioni, cartine e foto aeree del percorso consultate la pagina del sito del Parco delle Madonie, facendo attenzione al fatto che la descrizione generale del sentiero nella prima pagina fa confusione tra i due sentieri che raggiungono Piano Pomo, mentre carta, scheda, foto e disegno del percorso sono precise e attendibili


  • VALLE DELLE NEVIERE E MONTE PIZZUTA.

Il Monte Pizzuta è compreso nella Riserva Naturale “Serre della Pizzuta”, ed è attestato lungo la linea spartiacque della Sicilia Occidentale fra i bacini dei fiumi Oreto e Belìce. E’ anche la massima vetta dei Monti Palermitani (m 1.333). La Valle delle Neviere risulta compresa fra il versante occidentale del Monte Pizzuta (ad E) e quello orientale della Serra del Frassino (ad O) e digrada a N, raccogliendo i ruscelli dei due versanti e formando uno dei principali rami del bacino imbrifero oreteo, cioè l’asta fluviale Valle Garrone-Torrente dei Lupi-Valle Reali Celsi-Torrente dei Greci, che affluisce da dx al Fiume Oreto all’inizio del suo medio corso, denominato Fiumelato di Meccini.

Per raggiungere la vetta, partiremo dall’Abbeveratoio della Targia, m 920, risaliremo per intero la Valle delle Neviere, camminando su sentiero e terreno naturale in ambiente aperto di pascolo e cespuglieto, fino alla Portella delle Neviere, m 1.221, oltre la quale ci si affaccia sul bacino del fiume Jato. Da qui proseguiremo ancora per un sentiero di montagna che risale l’alto versante sud-occidentale della Pizzuta fino alla vetta.
Risalendo la Valle noteremo l’esistenza di almeno 7 neviere (compresa quella in Valle Jato), fosse tondeggianti scavate, allargando conche naturali, per l’accumulo della neve ai fini della produzione del ghiaccio. Osserveremo anche le rovine (purtroppo) di due “case neviere”, strutture edilizie di montagna di appoggio alle attività degli addetti alle neviere, usate sia come ricovero per uomini ed animali nei periodi di lavoro, sia come deposito di attrezzi e materiali. Raggiunta la vetta, potremo ammirare un vasto panorama sui rilievi circostanti (Monti Palermitani) e sulle valli dell’Oreto, del Belìce Destro e dello Jato, ma anche sull’area orografica Sicano/Imerese, sulle Madonie e sui rilievi del Trapanese. L’ambiente sommitale è formato da una cresta dentellata di rocce carbonatiche cui si abbarbicano sporadici arbusti di leccio e cespugli di altre specie vegetali.


  • RISERVA NATURALE ORIENTATA “SALINE DI TRAPANI E PACECO” OASI WWF

La R.N.O. Saline di Trapani e Paceco è stata istituita nel 1995 con D.A. n. 257/44 del 11 maggio ed affidata in gestione al WWF Italia.
L’area protetta ricadente nei comuni di Trapani e Paceco con un’estensione complessiva di circa 1000 ettari, è divisa in 2 zone, di cui 700 ha di zona A, coincidente con le vasche di salina, e circa 300 ha di zona B.
Le saline sono un importantissimo luogo di sosta per migliaia di uccelli durante le migrazioni, pertanto la zona risulta essere di particolare interesse ornitologico; infatti sono 208 le specie finora censite, molte svernanti (fenicotteri, spatole, aironi bianchi maggiori, garzette, falchi di palude, limicoli e più di 5.000 anatidi) e altre nidificanti (avocette, cavalieri d’Italia, fraticelli, fratini, calandrella). Tra le specie censite nella Riserva, il tarabuso, la garzetta, l’airone bianco maggiore, la spatola, il fenicottero, il cavaliere d’Italia, l’avocetta (presa a simbolo della Riserva), il gabbiano roseo, il fraticello, il martin pescatore.
Tra i pesci è presente Aphanius fasciatus, incluso nell’allegato II della Direttiva Comuntaria “Habitats”. L’entomofauna annovera numerose specie di insetti endemici e/o rari quali Cephalota circumdata imperialis, Cephalota litorea goudoti, Pterolepis elymica, Teia dubia arcerii. Infine, il piccolo crostaceo Artemia salina è stato ed è tuttora oggetto di grande interesse, sia in termini sistematici e di ricerca pura che di ricerca applicata.
Tra gli habitat di rilievo presenti:
– Lagune costiere: i bacini utilizzati per l’estrazione del sale, date le tecniche utilizzate (che sono quelle tradizionali in uso da secoli) e la particolare geomorfologia della costa (che vedeva la presenza di lagune e pantani costieri), costituiscono un ambiente che seppure in gran parte artificiale, ospita una grande diversità biologica, dal livello microscopico dei batteri a quello macroscopico degli uccelli. Si tratta di organismi estremamente specializzati per questo ambiente, e per i vari gradi di salinità presenti nelle differenti vasche, oppure (come nel caso degli uccelli) che trovano in questo ambiente sosta e cibo durante le migrazioni.
– Steppe salate mediterranee: associazioni vegetali ricche in specie di Limonium (di cui numerose endemiche) con presenza di Lygeum spartum, su suoli temporaneamente o periodicamente permeati da acqua salmastra e soggetti ad estrema aridità estiva.
– Vegetazione annua delle linee di deposito marine
– Fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornetea fruticosi)
Per questo elevato valore ambientale, le saline sono sottoposte a diversi vincoli di tutela: nel 2011, il Ministero dell’ambiente ha dichiarato la zona umida della riserva delle Saline di Trapani e Paceco sito “di importanza internazionale” ai sensi della “Convenzione di Ramsar”. Esse rientrano anche, secondo la Direttiva Habitat, tra i Siti di Interesse Comunitario, nonché tra le Zone Protezione Speciale previste dalla Direttiva Uccelli.
L’escursione avverrà lungo tre percorsi e si baserà principalmente sull’osservazione dell’avifauna.
Da parte nostra porteremo due cannocchiali e qualche binocolo, ma è consigliabile, per chi ne è in possesso, attrezzarsi con propri strumenti di osservazione per godere maggiormente le osservazioni.
Durante la giornata faremo una pausa colazione in salina stessa.


  • BOSCO CERASA, COMUNE DI MEZZOJUSO.

Con alcune nostre autovetture, presa la Palermo-Agrigento, raggiungeremo Mezzojuso dove lasceremo le auto in contrada Boschetto. Da lì, andando verso sud-ovest e seguendo prima una stradella e poi un sentiero poco visibile, raggiungeremo Valle cerasa. Il sentiero che percorre la valle, nella sua prima parte, è immerso in un meraviglioso bosco di castagni che in questo periodo dovrebbe avere bei colori giallo-ocre. Ovviamente potremo assaggiare i frutti magari facendo compagnia ai cinghiali che, in questa parte della riserva di Ficuzza, hanno una notevole presenza. La zona è ricca di sorgenti che alimentano l’omonimo torrente della valle. L’acqua del torrente serviva a far funzionare anche un mulino che incontreremo lungo il sentiero.
Arrivati a Piano Tramontana decideremo se ripercorrere il sentiero all’indietro o proseguire intercettando una stradella che ci porterà nei pressi di Pizzo di Casa (Manzil Iusuf) dove si possono trovare i resti di un sito archeologico di età greca e medievale. Nel secondo caso il ritorno alle macchine avverrà percorrendo una stradella dentro un bosco naturale dall’altro lato di Pizzo di Casa.


  • COZZO SAN PIETRO E MONTE CATALFANO (BAGHERIA)

Raggiunto Bagheria via autostrada, ci porteremo in contrada “Vignazza”, nei pressi di capo Zafferano, dove lasceremo le macchine. Presa una stradella che presto si trasforma in sentiero, saliremo per raggiungere una pineta dove sono presenti delle case forestali. Una di queste case è occupata da una associazione ornitologica. Se troviamo il gestore potremmo visitarla. Continuando la salita visiteremo dall’esterno alcune grotte perpendicolari al suolo (detti “Zubbi”) prima di arrivare a Cozzo San Pietro (345m s.l.m.) dove potremo ammirare una magnifico panorama. Dopo scenderemo dal versante orientale per raggiungere un’area attrezzata dove consumeremo il pranzo. Fatto ciò riprenderemo la salita per raggiungere Monte Catalfano (376 m s.l.m.) dove potremo visitare un punto goniometrico sulla sua cima. Il ritorno e previsto mediante un altro sentiero che, ripassando per l’area attrezzata, ci riporta alle macchine.


  • REBUTTONE S.CRISTINA GELA – ALTOFONTE

Per raggiungere S. Cristina Gela basta percorrere il primo tratto dello scorrimento veloce Palermo-Sciacca, uscire ad Altofonte e quindi imboccare la provinciale SP 5b che porta a Piana degli Albanesi e a S. Cristina Gela. Da li raggiungeremo contrada Pianetto e quindi il lato sud di Rebuttone dove lasceremo le auto.

Seguendo le tracce di un vecchio sentiero ormai abbandonato saliremo in direzione di Cozzo Giammeri (837m s.l.m.). Prima di arrivare a Cozzo Giammeri attraverseremo una vasta area di interesse geomorfologico detta “Città di Roccia”. Tale “città” è immersa in ciò che rimane di un bosco di roverelle, sughere, frassini e macchia mediterranea che rende il tutto intrigante e fiabesco. Da questa area in poi si andrà fuori sentiero per arrivare a Cozzo Giammeri e quindi a Pizzo Vento (859 m). Il ritorno è previsto sulla cresta Pizzo Vento – Cozzo Giammeri con vista su Pianetto. Il rientro a Palermo è previsto alle ore 17,00.


  • R.N.O BOSCO DELLA FICUZZA

La Riserva Naturale Orientata Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago è stata istituita nel 2000 su una vasta superficie di 7.397 ettari che appartiene ai comuni di Corleone, Godrano, Marineo, Mezzojuso e Monreale.
Precedentemente di pertinenza del Demanio Forestale, è oggi affidata all’ente gestore Azienda Foreste Demaniali. Al suo interno, anche il Sito di Importanza Comunitaria “Vallone Cerasa e Castagneti di Mezzojuso”; la Zona di Protezione Speciale di “Rocca Busambra e Rocche di Rao”, e quella dei “Monti Sicani” per la parte di competenza.
Retaggio dei boschi che costituivano nel 1800 la riserva di caccia di Ferdinando di Borbone, l’area protetta era l’antica “Real Tenuta della Ficuzza”, a Nord dell’imponente formazione calcarea della Rocca Busambra. L’area di affioramento della Rocca presenta notevoli spunti di interesse scientifico e naturalistico per gli ambienti interessanti e variegati che il carsismo ha creato, dando vita a doline e inghiottitoi che costituiscono il confine idrografico naturale fra i fiumi Eleuterio, il Belice sinistro e il San Leonardo.L’area coperta da bosco è circa 4.000 ettari.

Arriveremo al paesino di Ficuzza dove di lì a poco lasceremo le auto e con la vista della Rocca Busambra inizieremo il nostro trekking (900 mt. s.l.m.). Saliremo attraversando il vallone di Ficuzza per la rocca Ramosa e verso la Rocca Busambra. Sul pianoro che va verso la Busambra arriveremo alla parte più alta del nostro percorso (1271 mt. s.l.m.) dove faremo il nostro break. Potremo decidere se ritornare sui nostri passi o scendere da un ripido pendio poco avanti. Il percorso si svilupperà tra piste forestali, sentieri e per tracce di terreno naturale per oltre 10 km e per un dislivello di 400 mt.ca.


  • FAVORITA, RISERVA NATURALE DI MONTE PELLEGRINO

L’escursione avrà l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sugli aspetti del paesaggio vegetale della Favorita fino alle pareti del Monte Pellegrino, all’interno dell’omonima Riserva Naturale nonché SIC (Sito di Interesse Comunitario ITA020014).
L’escursione si articolerà nella prima parte nelle stradelle che portano a Bosco Niscemi, mentre nella seconda parte, dopo avere visitato l’Olivo monumentale, ci si addentrerà sui percorsi interni fin sotto le pareti del Monte Pellegrino.
Faremo anche una risalita del primo tratto che porta alla Valle del Porco ma solo quanto basta per godere del panorama.
Da quanto sopra esposto l’escursione risulta abbastanza semplice dal punto di vista dell’impegno fisico e quindi è adatta a famiglie con bambini e a persone non abituate a lunghe ed impegnative percorrenze.

Dal 1995 la Favorita e Monte Pellegrino sono diventate un’unica “riserva naturale orientata”, cioè un’area ove sono conservati e tutelati gli aspetti vegetazionali, faunistici, architettonici, paesaggistici, storici, per la loro valorizzazione,per la fruizione pubblica, per la didattica naturalistica ed ambientale. Orientata vuol dire che l’ente gestore, con progetti mirati, potrà aiutare la natura a recuperare quegli equilibri della vegetazione o della fauna utili per il suo benessere e per il suo perpetuarsi. Il recupero di alcune parti architettoniche è stato avviato. Si dovrà intervenire in modo appropriato sulla vegetazione.