Il 29 agosto 2020 scellerati delinquenti hanno appiccato il fuoco alla Moarda, una delle più belle zone naturalistiche della Conca d’Oro e importantissimo sito idrogeologico di tutta la valle dell’Oreto.
Il WWF dopo due settimane ha stilato questo report su questa stupenda montagna.
La Moarda,
di Pino Casamento
La prima parte di questa scheda è estratta dal programma dell’escursione Wwf al Monte Moarda del 12 maggio 2019, che però è stata annullata per maltempo.
DESCRIZIONE DEL SITO
Il Monte Moarda (1.090 m di altitudine s.l.m.) è uno dei principali monti della Conca d’Oro di Palermo, attestandosi a S della città, con la sua massiccia mole carbonatica, lungo la linea spartiacque che segna il confine idrografico fra i bacini dell’Oreto (displuvio a N) e del Belice Destro (displuvio a S); solo una piccola area del rilievo (all’estremità orientale) displuvia a S nel bacino dell’Eleuterio. La Moarda è anche la montagna di Altofonte, l’illustre paese normanno preferito dal re Ruggero II per l’edificazione del suo palazzo di residenza estiva, nel lontano 1130, in un ambito montano fresco e umido e in un contesto naturale boschivo e ricco di sorgenti che fu chiamato “Parco”. Ancora oggi le sorgenti sulle pendici e alle falde di questo monte sgorgano pure ed abbondanti, come sempre nel passato. Rispetto alla città di Palermo, la Moarda si situa a SO del centro storico, dal quale (Quattro Canti) la vetta del monte è distante km 11,7. Oggi il territorio montano rientra in gran parte nel Demanio Forestale Moarda, a sua volta compreso nell’area SIC-ZPS “ITA020026” (Monte Pizzuta, Costa del Carpineto, Moarda). Diversamente le aree situate alle quote medio-basse sono in gran parte private, e dove non urbanizzate, accolgono colture e allevamenti di grande pregio, certamente non adeguatamente valorizzati.
DESCRIZIONE DEL PERCORSO
Percorso a piedi. Dopo breve tratto di strada asfaltata, si entra nel Demanio Moarda e raggiunta la Casa forestale, m 800, si sale per sentiero al crinale orientale del monte. Proseguendo ad O si passa per il pianoro denominato “U Cannacu” (zubbio e belvedere) e poi per il più esteso pianoro denominato “Spezzacatina”, fino al magnifico “Belvedere” situato sulla punta montana di quota 1.002 m. Da qui si sale alla zona sommitale occidentale, passando per il rudere “Casa del Soldato” e per l’interessante, ma impegnativo “sfasciume” di rocce del versante S. Si raggiunge la vetta della Moarda, m 1.090 (pranzo al sacco). Per la discesa c’è un sentiero sommitale con vista rivolta a N, che riconduce alla “Casa del Soldato” da cui si scende, per altro sentiero (a S), alla carrareccia forestale principale che attraversa tutto il versante meridionale della Moarda; seguendo la quale (in direzione E) si torna alla Casa forestale e con percorso a ritroso rispetto all’andata, al luogo di partenza.
TESTO INSERITO IN DATA 13 SETTEMBRE 2020
Il monte Moarda, la cui vetta maggiore culmina a 1.090 m, è strettamente connesso orograficamente con i Monti di Piana degli Albanesi, connettendosi ad essi, a m 901, alla Portella del Pozzillo. A SO della Portella l’orografia continua con l’altopiano di Argomazet che culmina a m 1.038 col monte omonimo orograficamente connesso a SO al rilievo di Monte Carpineto. Questo altopiano comprende una fascia di terreni declinanti a SE verso le valli “Lumi i Varfrit” e Schilizzi, valli che insieme alla valle “Lumi i Dragonares” originano un vallone (fosso) affluente al Lago di Piana degli Albanesi.
Il perimetro della Moarda, che ha quindi il suo punto di massima altitudine nella Portella del Pozzillo, è prevalentemente segnato dall’idrografia del fiume Oreto e in misura minore da quella dei fiumi Belice ed Eleuterio. L’idrografia di confine segnata dal Fiume Oreto misura circa 11 km, quella del Belice, circa 4 km e quella dell’Eleuterio, circa 2,5. In tutto circa 17,5 km.
Il punto inferiore del perimetro del perimetro, m 164, si rileva alla confluenza del Vallone del Fico/Piano di Maglio nel Fiumelato di Meccini, medio corso del Fiume Oreto. Ciò significa che il territorio pertinente al monte si sviluppa su una fascia di ben 926 m, compreso fra i 164 e i 1.090 m.
Descrizione dell’idrografia di confine, con origine il punto di maggiore altitudine, m 901, Portella del Pozzillo: vallone discendente a NO da Portella del Pozzillo (circa 3 km), Vallone Torrettella (km 1,5), Fiumelato di Meccini (km 1,5), Valle Piano di Maglio/Valle del Fico (circa 4 km), Vallone da Portella di Rebuttone (circa 1 km), Vallone Frassinello (km 1,8), fosso ad E dell’altura di Dingoli (km 0,7), fosso ad O dell’altopiano di Dingoli (ramo di dx del vallone “Lumi i Varfrit”, km 1,5), vallone discendente a SE da Portella del Pozzillo, km 2,5. La Portella del Pozzillo separa il bacino dell’Oreto (a NO) dal bacino del Belice (a SE). La Portella di Rebuttone, m 705, separa il bacino dell’Oreto (a NE) dal bacino dell’Eleuterio (a SO). L’Altopiano di Dingoli (sella a m 770) separa il bacino dell’Eleuterio (ad E) dal bacino del Belice (ad O).
OROGRAFIA DELLA MOARDA
L’orografia della Moarda consiste in un monte carbonatico piuttosto unitario a partire da una quota altimetrica minima intorno ai 400 m, nel versante settentrionale (a monte di Altofonte) e agli 800 m in quello meridionale. A N il monte poggia sui terreni della Valle Oreto digradanti ai rami del medio corso oreteo (fra N e NO) e a quelli della Valle del Fico (a NE). A S il monte poggia invece su terreni che scendono alla valle del Belice Destro, fino alla quota minima di 698 (confluenza dei due valloni che formano il “Lumi i Varfrit”. Infine a SE la base del monte si ferma al Vallone Frassinello, scendendo fino a 645 m di altitudine.
La morfologia sommitale presenta una cresta allungata in direzione O-E, ma spezzata in 2 parti. La parte Occidentale, orientata SO-NE è quella principale, perché contiene le “punte” più alte, che sono numerose, mantenendosi la zona sommitale, costantemente per circa km 1,5, al di sopra dei 1.000 m. La punta maggiore (la più occidentale) è chiamata dagli escursionisti “Punta Terzo Cielo”. La parte Orientale si orienta invece da ENE a OSO e raggiunge la massima altitudine, di 1.004 m, nella punta rocciosa che gli escursionisti chiamano “Punta Settimo Cielo”. Il motivo delle due denominazioni dovrebbe risiedere nella panoramicità di esse, e la punta orientale, seppure inferiore, offre in effetti un punto panoramico più apprezzabile (è una gara fra le Punte della Moarda, riguardo alla bellezza dei panorami, che comunque sono tutti straordinari) giacché da essa si può ammirare anche la parte montana della Conca d’Oro sud-orientale, ma anche parte dei territori del bacino dell’Eleuterio. Da entrambe le vette si può ammirare il magnifico panorama sulla media e alta valle dell’Oreto, quello sui monti di Piana degli Albanesi, compresa la Pizzuta e quello sull’altopiano di Piana degli Albanesi, con l’omonimo lago. Fra le due aree sommitali rocciose si interpone un territorio pianeggiante largo più di mezzo chilometro, che i Forestali chiamano “Spezzacatina”.
L’INCENDIO
Inutile ricordare l’incendio che ha distrutto il meraviglioso bosco che i forestali hanno impiantato a partire dal 1947 (fonte orale) e che hanno sapientemente gestito e curato (oltre 70 anni), procedendo anche all’impianto delle specie mediterranee, fondamentali per la costituzione di un’ambiente ad alta biodiversità. Tutto perduto in una notte. Sulle cause si è tutti concordi che il fuoco è stato appiccato almeno in 5 diversi punti e certamente (giacché una sola persona non può fare ciò da solo) si è trattato di un’azione organizzata, quindi volontaria.
Il Bosco della Moarda si è voluto distruggerlo. Ma il motivo resta ignoto fra tanti possibili, così come sono ignoti i mandanti o comunque l’associazione a delinquere che ha deciso l’azione criminale.
Palermo, 14 settembre 2020, testo di Pino Casamento
Foto di copertina di Mimmo Valenti, la Moarda dopo l’incendio
Altre foto di Giorgio De Simone, sentieri della Moarda prima dell’incendio
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