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WWF: RELAZIONE TERZA USCITA DEL PROGETTO ORETO

RELAZIONE TERZA USCITA PROGETTO WWF PALERMO PER LA CONOSCENZA DEL FIUME ORETO

Le sorgenti del Sant’Elia – Alto Oreto

Relazione terza uscita progetto WWF Palermo x conoscenza fiume Oreto
di Giuseppe Casamento

Il terzo evento programmato nel progetto WWF per la conoscenza del fiume Oreto si è regolarmente svolto domenica scorsa 16 marzo. La partecipazione di circa 90 persone ci segnala quanto sia alta la sete di conoscenza su questo nostro sito palermitano che la cultura degli ultimi 50 anni ha puntato a cancellare, come se l’Uomo potesse far scomparire le realtà geografiche che la Natura ha costruito in miliardi di anni.

Già! Il fiume Oreto è una fogna. La città ormai ha raggiunto le sponde del fiume costruendo palazzi sugli argini e ponti che consentono di passare da una sponda all’altra velocemente senza che ci si renda conto di stare attraversando un fiume. Sembra che l’uomo palermitano possa continuare a vivere ignorando l’esistenza dell’Oreto, dimenticando 10.000 anni di storia nei quali invece il fiume è stato per lui fonte di vita e benessere. Le colture praticate fino a pochi decenni fa possono essere abbandonate e andare in malora: tanto gli agrumi della Conca d’Oro, vanto un tempo della nostra produzione agricola, non serve continuare a produrli. Perché possono arrivare nei nostri mercati da Ribera (Valle del Sosio) o dalla Piana di Catania, o anche dalla Spagna e da Israele. Qui da noi servono case, scuole, centri commerciali, e tante tante strade per poter scorrazzare con le nostre veloci automobili bloccate in mezzo al traffico rumoroso inquinante e caotico.

Per dimenticare queste sconfortanti considerazioni abbiamo voluto programmare col WWF anche alcune escursioni che portassero alla scoperta, da parte dei Palermitani ignari, di alcuni siti della Valle dell’Oreto, che ad oggi mantengono caratteristiche di alta livello naturalistico.
Perciò, dopo le due visite del febbraio scorso in ambito urbano e periurbano, dove abbiamo osservato la foce e gli ultimi 5 km del corso del fiume, rilevando gli aspetti più negativi dell’urbanizzazione, dall’inquinamento da fogne, all’incuria, all’abbandono della cosa pubblica, abbiamo pensato di far conoscere l’altra estremità dell’asta fluviale che viene considerata come principale del fiume Oreto, cioè il Fiumetto Sant’Elia.

Così domenica, secondo il programma del nostro progetto, abbiamo portato le auto della nostra comitiva oltre l’abitato di Pioppo (Monreale) e al bivio Di Cristina (Giacalone) abbiamo proseguito per la SS186 in direzione di Partinico, fino a Villa Mirto-Renda, da dove abbiamo dato inizio alla nostra escursione a piedi per un percorso di montagna (bassa montagna) sul gruppo dei Monti Palermitani, nel settore di Partinico e Giacalone.

Ma prima di iniziare il percorso abbiamo esposto le motivazioni che ci hanno spinto all’avvio del nostro progetto, agli inviati della testata televisiva del TGS (Tele Giornale di Sicilia) Carla Andrea Fundarotto, accompagnata da un operatore televisivo, piuttosto interessati dalla nostra insolita iniziativa. In realtà per noi escursionisti è un’attività consueta. Ma non lo è per i Palermitani, che la domenica preferiscono alzarsi con comodo piuttosto che puntare la sveglia alle 6 del mattino. Comunque la presenza di televisione e giornalisti ci ha riempito di gioia perché rivela che la nostra iniziativa si diffonde e crea curiosità e sete di conoscenza di un ambiente naturale dimenticato e oltremodo trascurato da una civiltà a mio avviso cieca e imprevidente. Un sentito ringraziamento quindi al TGS e alle persone che hanno realizzato il bel servizio andato in onda nella stessa giornata e poi replicato nella mattina seguente.

Si parte quindi da Villa Mirto-Renda, casa padronale oggi agriturismo che nel 1860 ospitò Giuseppe Garibaldi durante la sua spedizione dei Mille.

Il percorso inizia per un ampio sentiero che risale le pendici nord-orientali del rilievo di Aglisotto, da cui si apre la visuale sul Piano di Renda (662 m s.l.m.) e sui dirimpettai Monti di Monreale (altro settore dei Monti Palermitani) con bella vista di Monte Gibilmesi (m 1.152). Ma già l’ambiente offre i primi spunti al nostro botanico che intrattiene il gruppo di escursionisti facendo osservare i diversi ambienti della zona: il pascolo delle aree vallive che sta per essere raggiunto da recenti speculazioni edilizie di villette residenziali o per villeggiatura; il versante montano con vegetazione arborea mista e cespugli e la vicina area demaniale di Aglisotto, che presto raggiungiamo, interessata da esteso rimboschimento ad aghifoglie.

Il sentiero prosegue in traversata del fianco NE del rilievo al limite dell’area demaniale, per cui ci troviamo con essenze da rimboschimento su lato monte e cespuglieto con querceto naturale su lato valle. Sul finire di questo tratto raggiungiamo il punto di confluenza di due impluvi e constatiamo, controllando sulla carta topografica, che tale luogo (m 825 s.l.m.) si può considerare come il punto d’inizio del Fiumetto Sant’Elia, alto corso del fiume Oreto. Proseguendo raggiungiamo un’attrezzata casa forestale, con un abbeveratoio colmo dell’acqua di una vicina sorgente.

Procediamo per breve tratto in salita per la stradella forestale e poi usciamo superando una larga chiudenda in legno, oltre la quale ci ritroviamo in area a pascolo, aperta, con bella vista sulla Valle dell’Oreto che attraversa la Conca d’Oro e termina al mare del Golfo di Palermo.
Aggirato un morbido poggio a cespuglieto, raggiungiamo il Bosco della Costa Lunga, una lecceta che ricopre interamente versanti e fianchi del rilievo che culmina a m 1.030, rivestendone completamente la sommità.

Per il pranzo al sacco ci fermiamo in un’ampia radura erbosa con cespugli, sul pendio che guarda a N, dove un enorme roccione in parte rivestito di edera, copre un po’ la vista della valle. All’ombra del bosco, proprio a fianco della radura, a SE, possiamo osservare alcuni punti in cui l’acqua affiora dal terreno roccioso ricoperto da humus e foglie secche. In uno di questi punti una canaletta in terracotta facilita lo sgorgare dell’acqua. Siamo a quota 840 m circa presso una delle sorgenti dell’Oreto, fra le più alte di quota.

Facciamo quindi un giro all’interno della lecceta seguendo tracce di sentiero che risalgono il pendio. L’ambiente è caratteristico con le rocce del rilievo che affiorano disordinate e fessurate, dove è percepibile la permeabilità del suolo che permetta all’acqua piovana di insinuarsi negli strati ipogei per poi riaffiorare nelle numerose sorgenti. Tutto è ricoperto di muschio, mentre gli alberi sono avvolti da edera e vitalba e mentre il ciclamino che ricopre ovunque il terreno, non è ancora fiorito.

Usciti dal meraviglioso bosco naturale seguiamo il pendio della radura in discesa e scendiamo per un viottolo fra cespugli di ginestra, prugnolo e calicotome. Giungiamo sul bordo di un abbeveratoio colmo dell’acqua di una vicina sorgente che sgorga alla base del roccione di cui si è precedentemente detto.

Da qui inizia una stradella in terra battuta che conduceva ad alcune case padronali, ora tutte abbandonate, Casa Scalea, Casa Puleo, Casa Salamone. Infine entriamo nella proprietà di Villa Mirto, dove ritroviamo il Fiumetto Sant’Elia, che qui dobbiamo guadare (facile, ma c’è molto fango). Quindi superiamo il grande abbeveratoio di pertinenza della Villa e per il fianco

E della stessa, lungo il bordo di un giardino “all’italiana” con grandi alberi, siepi e statue, ritorniamo al luogo di partenza e concludiamo l’escursione.

Giuseppe Casamento
Palermo, 18 marzo 2014.

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