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WWF: RELAZIONE PROGETTO PER IL FIUME ORETO

RELAZIONE SULLA PRIMA USCITA DEL PROGETTO WWF PALERMO PER LA CONOSCENZA DEL FIUME ORETO

di Giuseppe Casamento

Nonostante il maltempo che aveva imperversato durante tutto il giorno di sabato 1 febbraio e fino alle prime ore del mattino di domenica, cessando comunque all’ora dell’appuntamento, la prima uscita del Progetto WWF-Palermo per la conoscenza del Fiume Oreto è pienamente riuscita.

Certo, col tempo bello la partecipazione sarebbe stata molto più numerosa, ma la presenza di circa 25 persone che hanno sfidato il tempo avverso, poi alla fine rivelatosi clemente data la mezza giornata di tregua, ci soddisfa molto in quanto rivelatrice di quanto l’argomento stia a cuore ai cittadini palermitani, e ci fa sperare in una maggiore partecipazione alle prossime programmate uscite, tempo permettendo.

Organizzatori del WWF, collaboratori esperti di vari settori, esponenti della politica cittadina, giornalisti e cittadini comuni, compresi anche alcuni stranieri desiderosi di conoscere meglio il nostro territorio, abbiamo tutti formato un nutrito gruppetto fra persone che esponevano le loro conoscenze sul territorio, sulla valenza biologica di un fiume, su flora e fauna e sulla storia del fiume che negli ultimi secoli ha subito pesanti forzature – quali la rettificazione degli ultimi 2 chilometri di corso in gran parte cementificati nel letto e sulle sponde – e persone che ascoltavano avide di acquisire quelle conoscenze per conoscere meglio la nostra città.

Le superiori osservazioni ci fanno propendere per la ripetizione di questo percorso odierno, magari in una stagione che dia maggiore stabilità meteorologica e consenta la partecipazione di un maggior numero di persone, comprese quelle che oggi hanno rinunciato.

Questo primo appuntamento dell’evento WWF per la conoscenza dell’Oreto ha avuto inizio con la presentazione del progetto che prevede già 5 uscite, 2 di visita dei luoghi in cui il fiume incontra la città (ma sarebbe corretto dire che la città si è portata a ridosso del fiume aggredendolo dalle due sponde), con percorsi urbani e periurbani nel basso corso dell’Oreto, e 3 di escursioni in ambito collinare e montano, fra medio e alto corso, compresa la maggiore vetta del bacino idrografico, il Monte Pizzuta. In realtà abbiamo già in mente di sdoppiare l’ultima uscita separando l’escursione alle “neviere” da quella alla risorgiva Fontana Lupo, per dare al visitatore-escursionista maggior agio di osservazione.

Abbiamo poi presentato gli esperti che hanno aderito al nostro progetto, dando ciascuno il suo personale contributo di conoscenza specifica: Davide Bonaviri per l’avvistamento e il riconoscimento dell’avifauna, Lorenzo Gianguzzi, per la parte geo-botanica, Carmelo Nasello, per le ricerche idrologiche sulla qualità delle acque del fiume, Marisa Battaglia, la “pittrice dell’Oreto” che ci delizierà, alla conclusione del ciclo di uscite, dell’esposizione in mostra delle sue opere, e infine, “dulcis in fundo”, Igor D’India, il giovane esploratore che ha recentemente compiuto, in più tappe, l’impresa della risalita del fiume Oreto dalla foce fino ad alcune delle sorgenti del bacino imbrifero, esperienza credo unica, ad oggi, effettuata nonostante le avversità frapposte da un’antropizzazione direi incontrollata e quindi irresponsabile. Ci è dispiaciuta l’assenza di alcuni esperti che avevano dato la loro disponibilità, ma li comprendiamo perché anche noi siamo stati fino all’ultimo nel dubbio se annullare l’evento.

Ci siamo quindi spostati alla foce, dove abbiamo osservato la grande portata in questo momento di piogge abbondanti, così come abbiamo osservato lo scarico in riva dx che porta liquami non depurati dai quartieri costieri a sud della città. Abbiamo qui assistito ad una spettacolare battaglia fra le acque impetuose del fiume in piena che il mare in tempesta cercava di bloccare alla foce contrapponendosi con alte e furiose onde. Nel mezzo, fra fiume e mare, la massa di canne frantumate mischiata a numerosi rifiuti solidi galleggianti, andava avanti e indietro non riuscendo a portarsi oltre la foce.

Spostandoci con le autovetture, data l’incertezza del tempo e la presenza di pozzanghere nelle strade del nostro percorso, abbiamo poi visitato il Ponte dell’Ammiraglio, il Ponte delle Teste Mozze e i ponti della Guadagna, spingendoci a piedi fin sotto la ferrovia della Metropolitana (o linea per Trapani) di recente raddoppiata.
Attraversati tali ponti si è passati sulla sponda sx, lungo la quale abbiamo camminato per un centinaio di metri ammirando uno spettacolo sconcio, indegno di una città “civile”: un’ininterrotta serie di cumuli di rifiuti solidi misti a rifiuti ingombranti.

Il nostro obiettivo è quello di tutelare il fiume, far cessare lo sversamento, pubblico e privato di liquami, rendere fruibili le rive, dato che trattasi di bene demaniale, quindi del popolo italiano, in una parola far in modo che l’asta fluviale, riconosciuta Sito di Interesse Comunitario, riacquisti la perduta naturalità (è possibile, se si opera con l’intenzione di farlo e mettendo da parte gli interessi dei singoli) e diventi un’area lineare a disposizione e beneficio dell’intera collettività non solo palermitana.

Consapevoli delle difficoltà del percorso per la creazione di un’area tutelata, auspichiamo tuttavia che il Comune di Palermo intervenga con urgenza (perché è indegno di una città di cultura) per provvedere non solo alla pulizia di questo tratto dell’argine sinistro fra i ponti della Guadagna e il ponte di via Oreto, ma anche ad un controllo costante del territorio affinché venga in futuro impedito l’uso improprio, di discarica, di questo prezioso bene comune.

Palermo, 2 febbraio 2014

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