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RIFIUTI: UN ALTRO PIANO RIFIUTI E’ POSSIBILE

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Il WWF ha fin dal 2003 contrastato il Piano Rifiuti del Commissario all’emergenza rifiuti in Sicilia. Il documento riporta le nostre proposte e i principali motivi che giustificano la nostra contrarietà.


 

Scarica il Doc: Proposte_WWF_per_UN_ALTRO_PIANO


icona_pandaLa scelta della Regione Sicilia di privilegiare l’incenerimento dei rifiuti, scartando di fatto per i prossimi venti anni qualunque altro approccio per la soluzione del “problema rifiuti”, si dimostra una scelta in contrasto

• con un modello di gestione sostenibile delle risorse della terra, in quanto sceglie l’incenerimento invece del Riuso e Riciclaggio;
• con la tutela dell’ambiente, in quanto bruciando rifiuti si producono gas inquinanti come ossidi di azoto, ossidi di zolfo, cloruri e fluoruri d’idrogeno; sostanze cancerogene come le diossine, i furani, il mercurio e il cadmio; particelle molto sottili (PM10), che si depositano sul terreno inquinando le colture agricole e le falde freatiche;
• con la salute dell’uomo perché alcune sostanze come le diossine e i metalli pesanti sono bioaccumulabili e quindi percorrendo la catena alimentare si concentrano nei tessuti dell’uomo;
• con una visione etica della politica perché introduce nell’agire comune un elemento di diseducazione (incentivo allo speco degli imballaggi e alla produzione di rifiuti), genera disinteresse verso il problema e sottopone i rifiuti a lunghi “tour” per raggiungere gli impianti dove saranno selezionati e inceneriti;
• con la necessità di evitare sprechi energetici, in quanto invece di produrre energia in realtà si distrugge l’energia che è stata necessaria alla produzione dei manufatti bruciati;
• non riduce i gas serra, come erroneamente si afferma, ma li aumenta in quanto per produrre i manufatti bruciati bisogna spendere altra energia, oggi in gran parte prodotta partendo da combustibili fossili;
• con la normativa nazionale e comunitaria, che prevede l’uso dell’incenerimento come “ultima istanza” e non come metodo praticamente esclusivo.

Il Piano di Gestione dei Rifiuti che si sta realizzando in Sicilia è quanto di più arcaico si possa immaginare per una soluzione avanzata e sostenibile del “problema rifiuti”.

Dati del Piano

Il Piano divide l’isola in quattro grandi zone, ognuna affidata ad un’Associazione temporanea d’imprese: esse costruiranno gli impianti necessari alla trasfomazione dei rifiuti e li gestiranno per i prossimi venti anni.

Sono previsti quattro inceneritori, localizzati in siti non baricentrici rispetto all’area servita, stazioni di raccolta e di selezione dei rifiuti, discariche per le scorie e le polveri provenienti dalla combustione. Gli impianti possono trattare 2.604.410 tonnellate/anno di rifiuti, mentre la Sicilia ne ha prodotto, nel 2003, 2.576.660 tonnellate: cioè essi possono gestire il 100% dei rifiuti prodotti.
Dopo una selezione sommaria la frazione secca prodotta va all’inceneritore: la potenzialità installata è pari a 1.651.542 tonnellate/anno cioè circa il 64% dei rifiuti prodotti. Tali valori non sono riscontrabili in nessuna regione del mondo. Lo stesso APAT, nella relazione annuale del 2004 suggerisce di prevedere un potenzialità d’incenerimento pari al 25% dei rifiuti prodotti.

Tre inceneritori saranno realizzati in aree di pregio naturalistico in contrasto con la normativa vigente, un terzo in un’ area gravemente inquinata:
– l’inceneritore di Paternò sarà costruito all’interno del pSIC ITA 060015 Contrada Valanghe e immetterà le sue acque di scarico, ricche di inquinanti nel Fiume Simeto, sito in pSIC ITA 070025 Tratto di Pietralunga del Fiume Simeto;
– l’inceneritore di Palermo sarà realizzato nel pSIC ITA 020023 Raffo Rosso, Monte Cuccio e Vallone Sagana, a soli due Km dalla cinta urbana della città;
– l’inceneritore di Casteltermini sarà costruito sulle sponde del fiume Platani;
– l’inceneritore di Augusta sarà il quarto impianto di combustione, il più inquinante, in un’area dichiarata a rischio di grave “crisi ambientale”.

COSA PRODUCE UN INCENERITORE ?

Secondo i dati di progetto l’inceneritore di Palermo-Bellolampo produce ogni giorno:
– 1500 tonnellate di fumi
– 382 tonnellate di scorie e ceneri.
– 50 metri cubi di acque reflue

Si bruceranno ogni giorno 1650 tonnellate di rifiuti solidi urbani per avere 1882 tonnellate di rifiuti gassosi e solidi contenenti sostanze tossiche non presenti nei rifiuti di partenza (al peso dei rifiuti bruciati bisogna aggiungere il peso dell’ossigeno atmosferico consumato nella combustione).

Valori analoghi si hanno per gli altri tre inceneritori.

UN ALTRO PIANO RIFIUTI E’ POSSIBILE

Le aree più avanzate del nostro paese da tempo hanno scelto di rispettare le direttive del Decreto Ronchi 22/97 : esse imponevano di raggiungere entro il 2003 il tetto minimo del 35% di Raccolta Differenziata.

Citiamo alcuni dati di R.D. consuntivi del 2003:
Austria 55%
Germania 44%
Regione Veneto 42,1%
Regione Lombardia 39,9
Regione Sicilia 5,7% (dopo sei anni di commissariamento!)
Comune di Milano 29,2%
Comune di Torino 26,7%
Comune di Palermo 6,3% (stabile negli ultimi tre anni!)

Moltissimi comuni piccoli e medi, presenti in modo significativo anche nelle regioni meridionali, hanno raggiunto percentuali superiori al 70%.
Ma vi sono anche significative realtà locali che hanno impostato una efficace raccolta differenziata, effettuata con un servizio “porta a porta” e non con i cassonetti stradali, hanno coinvolto i cittadini in modo massiccio e sostituto la tassa con la tariffa calcolata sull’effettiva produzione di rifiuti. Il Consorzio Priula del Veneto, che comprende 22 comuni e una popolazione di 205.000 residenti, ha raggiunto in tre anni una percentuale di R.D. pari a 69,4%.
Evidentemente con queste percentuali la necessità dell’inceneritore diventa marginale, anche perché le frazioni residue possono essere trattate con processi di biostabilizzazione prima di andare in discarica (meno dannosa e più piccola di quella prevista a valle dei nostri “termovalorizzatori”).

Molti sono i vantaggi di questa metodologia:
– induce a comportamenti virtuosi (meno rifiuti produco, meno pago), favorendo le iniziative a favore della Riduzione a monte dei rifiuti e del Riuso di alcuni imballaggi (risultati già visibili in questi comuni);
– incrementa le percentuali di Raccolta Differenziata ( in questi comuni essa si è incrementata di circa 43 punti in tre anni, ma di ben 30 punti dopo il primo anno di avvio);
– rende più efficace il Riciclaggio perché migliore è la qualità e quindi il valore delle frazioni raccolte separatamente (una frazione pura è venduta alle piattaforme CONAI ad un prezzo più conveniente);
– ha un costo competitivo con l’incenerimento, determina una maggiore occupazione locale, non ha bisogno di investimenti ingenti;
– non richiede contributi statali, come la “termovalorizzazione” (incenerimento con produzione di energia elettrica) che solo in Italia ha il riconoscimento di energia da fonte rinnovabile e quindi del relativo contributo per ogni kwh venduto;
– riduce il consumo di risorse ambientali, e quindi l’impronta ecologica, migliorando ancora il bilancio a suo favore a livello globale.

Questi obiettivi si possono raggiungere mediante una sapiente ed efficace impostazione ed organizzazione del sistema che dovrà gestire il servizio. Le principali azioni da mettere in atto sono:
– organizzare una struttura congruente con le esigenze del territorio, e capace di adattare e implementare le sue funzioni secondo le necessità emergenti;
– ricercare sinergie con altri Enti coinvolti e accordi con grossi produttori (mercati generali, supermercati, gruppi di utenti, ecc.)
– lanciare campagna informativa molto capillare, svolta in parallelo (non prima!) con l’avvio della nuova organizzazione;
– avere determinazione nel perseguire gli obiettivi da parte di tutti gli uffici e gli enti coinvolti;
– pianificare accuratamente i servizi;
– dimostrare trasparenza massima verso la cittadinanza sia nel comunicare gli obiettivi che nel pubblicizzare i risultati;
– costruire una bolletta “puntuale” in cui il cittadino possa misurare il suo comportamento;
– diffondere sul territorio di ecosportelli, punto di riferimento dei cittadini e necessario punto di verifica per adeguare l’organizzazione di fronte a problemi non previsti.

Questo è il primo e decisivo passo verso la soluzione definitiva del problema: seguire l’esempio della natura, che non produce rifiuti. Le nostre merci non dovranno più generare rifiuti (mai più usa e getta), ma dovremo progettarle, realizzarle, trasportarle, utilizzarle pensando sempre che tutti i materiali, dopo il loro consumo, dovranno iniziare un altro ciclo mediante il loro Riuso,Riciclaggio, Recupero.

L’obiettivo finale deve essere RIFIUTI ZERO.

icona_pandaing. Angelo Palmieri
responsabile rifiuti WWF Sicilia

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