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Gestione dei rifiuti urbani a Palermo: le nostre proposte

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La normativa europea ci impone di raggiungere entro il 2020 i seguenti risultati:

1. Riciclare il 50% dei rifiuti solidi (carta, plastica, vetro, ecc); oggi siamo a circa il 7%
2. Portare in discarica meno di 81 kg/ab/anno di rifiuti organici; oggi siamo a circa 280 kg/ab/anno

Da notare che gli obiettivi non si riferiscono a ciò che si raccoglie ma a ciò che effettivamente non ritorna in discarica.

Evidente quindi la necessità di adottare immediatamente misure efficaci ed efficienti per il raggiungimento dei due obiettivi. A seguire le nostre proposte per modificare l’attuale modello di gestione, chiaramente insoddisfacente.

Urgente intervenire per migliorare la qualità della raccolta nelle zone servite dal porta a porta. Molti cittadini abbandonano i rifiuti in strada e non conferiscono in modo corretto nei bidoni condominiali: pertanto da una percentuale del 57% di RD si passa ad una percentuale di rifiuti riciclati intorno al 35%: i dati definitivi del 2014 danno un consuntivo di rifiuti differenziati raccolti di circa 19.000 t su una produzione stimata di rifiuti prodotti di circa 56.000 t.

Introdurre controlli efficaci e multe più incisive per i trasgressori (a Milano 45.000 multe pesanti, a Palermo alcune centinaia leggere!)

Estendere il porta a porta in tutta la città neo prossimi tre anni. Ormai è accettato che questo è l’unico modo per raggiungere gli obiettivi. La RAP ha già il personale necessario per adottare questo metodo e pertanto esso non aggraverà i suoi bilanci, ma anzi porterà minori costi, come dimostrano tutte le esperienze virtuose (vedi Sardegna, Salerno, ecc.)

La R.D. deve iniziare dalla raccolta dell’organico: essa permette di raggiungere rapidamente significative percentuali di R.D. ed elimina la causa prima del percolato nelle discariche: Palermo deve dotarsi in tempi brevissimi di un impianto di compostaggio di almeno 80.000 t/anno. ulteriormente espandibile per raggiungere l’obiettivo.

Organizzare a Bellolampo una piattaforma di trattamento rifiuti per ridurre al minimo il versamento in discarica e i costi del trasporto dei rifiuti: impianti di separazione umido-solido rifiuti indifferenziati, impianto di biostabilizzazione impianto di selezione del secco residuo, impianto di compostaggio per trattare tutta la frazione umida raccolta, impianti di selezione delle frazioni differenziate, impianto per il trattamento del percolato, ecc.

introdurre al più presto una tariffa che sia legata ai rifiuti indifferenziati realmente prodotti: quindi veramente incentivante per chi produce pochi rifiuti e li differenzia.

Selezionare e formare il personale per i nuovi compiti ed in special modo quello addetto alla Raccolta: bisogna far crescere la loro professionalità e il senso di responsabilità. Un’ordinanza sindacale non cambia abitudini consolidate.

Coinvolgere le Circoscrizioni e i cittadini con incontri e dibattiti e adottare le modifiche all’organizzazione della raccolta in funzione delle diverse realtà territoriali (uno schema unico per tutta città non può rispondere in maniera efficace agli obiettivi).

Per ogni circoscrizione istituire uno sportello dedicato a cui i cittadini e gli stessi operatori RAP possono rivolgersi per segnalare problematiche e dare suggerimenti per migliorare il servizio.

Informare i cittadini con continuità sui metodi di raccolta, sul calendario, sui risultati della raccolta differenziata, ecc. I cittadini devono essere sensibilizzati.

Occorre un efficace e corretto appoggio da parte dei media con i quali bisogna concordare una vera e propria campagna informativa continua nel tempo per facilitare quello che è un vero e proprio cambiamento culturale.

La città deve prendere atto che la gestione dei rifiuti non è un problema burocratico e richiede un cambiamento culturale: non si esaurisce con due semplici gesti, raccogliere e conferire. Questo processo culturale dovrà essere accompagnato con determinazione da tutti gli enti coinvolti: Regione, Comune, Gestore, cittadini.

Palermo settembre 2015

 


Galleria dell’emergenza rifiuti della primavera del 2013, per non dimenticare:

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